La produzione di scioline ha inizio alla fine degli anni 30 con Gaetano Moriondo, un monzese di 24 anni assunto in qualità di chimico
dal cotonificio Fossati di Sondrio. Buon fondista, fu in Valtellina che iniziò a preparare scioline per uso proprio e degli amici,
fra cui personaggi del calibro dei fratelli Aristide,Ottavio e Severino Compagnoni e Silvio Confortola, fondisti della Valfurva che
andavano per la maggiore prima della guerra e subito dopo il conflitto, e che rappresentavano l’élite della nazionale.
Miscele di cere, paraffine e resine che preparava nel suo scantinato di casa trafficando con pentoloni, caffettiere, alambicchi e i
bilancini di precisione del farmacista, con le formule scritte su vecchi calendari appesi ai muri un po’ ovunque. Scioline che, a
differenza di quelle nere norvegesi, furono prima incolori e poi colorate in rosso, blu, giallo, viola ed argento per distinguerne
l’impiego a seconda della temperatura e delle condizioni della neve.
Non furono commercializzate se non più tardi, abbinate ad altri prodotti chimici quali le cere e la pece usate per l’industria delle
calzature, poiché Gaetano Moriondo considerava il fondo un hobby più che una professione che avrebbe potuto aprirgli un futuro più
remunerativo che non il suo lavoro di chimico che, però, gli garantiva una sicurezza per la famiglia senza i rischi che questa
avventura presentava. Nacque comunque la ditta “Prodotti Emme” che, alla gamma per il fondo, negli anni ’50 affiancò le prime
paraffine per le gare di sci alpino. Non disponendo di attrezzature sofisticate per i test dei nuovi prodotti, Moriondo si affidava
ai consigli di amici e dei discesisti che avevano imparato ad apprezzarli. Fra costoro Bruno Angelini, l’allenatore della squadra
nazionale femminile, e Italo Pedroncelli, che fu anche responsabile del reparto corse della Spalding che forniva il materiale a Gustavo Thoeni. Persino il “grande” Karl Schranz era un assiduo frequentatore di casa Moriondo.
Visto che il lavoro aumentava, associò il figlio Egidio, rientrato dal servizio militare, dando nuovo impulso all’attività con
nuove scioline apprezzate anche dalla “Valanga Azzurra”. Dal 1967 Egidio, diventato titolare, trasferì la ditta in un capannone
alle porte di Sondrio. Non avendo le cognizioni tecniche del padre, ha proceduto per intuizioni e sulla base dell’esperienza che
si era già fatta; papà Gaetano, comunque, resta un consulente prezioso ancora oggi che ha 89 anni e che solo da tre, per motivi di
salute, ha abbandonato la pratica del fondo. La produzione aumentò anche perché le scioline Emme venivano commercializzate, oltre
che con il proprio marchio, con quelli di aziende come Colmar, Tyrolia, Cober, Gartner, Boeri, Brunner, Gipron, Intermontana.
C’è stato un momento in cui decine di migliaia di pezzi presero la strada degli Stati Uniti con una marca strana.
Purtroppo in seguito ci fu anche chi si approfittò della fiducia dei Moriondo appropriandosi delle formule e mettendo sul mercato
scioline che, sulla spinta di una grossa organizzazione commerciale, sarebbero poi diventate famose.
Verso la fine degli anni ’80 alle cere e alle resine sintetiche si affiancano i prodotti fluorati; la base di partenza sono le
cere per pavimenti cui viene aggiunta polvere di carbonato di fluoro. La giusta miscela viene trovata dopo una serie di test
condotti con la preziosa collaborazione di Fausto Bormetti, di Livigno, atleta e attualmente skiman della Nazionale.
Nasce così la linea MFL per fondo e discesa, commercializzata in blocchetti o in polvere, che vanta il miglior rapporto qualità/prezzo.
In un piccolo stick di forma cilindrica viene invece presentato il fluoro, differenziandosi dalle altre aziende che lo producono in forma
di dado.